giovedì 10 novembre 2011

La musica nel cuore

Orfeo ed Euridice


L'opera ebbe un successo straordinario e Bertoni comunicò entusiasta a padre Martiniche l'imperatore Giuseppe II ne aveva commissionato la stampa dell'intera partitura. Il successo continuò attraverso tutta l'Europa nell'ultimo scorcio del XVIII secolo, ma l'opera fu successivamente eclissata dalla consorella gluckiana che rimase sempre in repertorio soprattutto grazie alla sua versione francese[1].

Aulos


Era formato da un tubo di canna, di legno, oppure d'osso o avorio, con imboccatura a bulbo e relativaancia. Spesso lo si vede raffigurato nella forma a due tubi divergenti, nel qual caso viene detto diaulos. Talora il termine greco aulos viene erroneamente tradotto in italiano con flauto, nome generico degli aerofoni a suono di taglio. In realtà l'aulos, strumento ad ancia doppia, appartiene alla famiglia dell'oboe.
Si ritiene fosse suonato con la tecnica della respirazione circolare. Nell'epoca classica, sui tubi venivano praticati sino a cinque fori; in età ellenistico-romana un numero maggiore. Il bocchino veniva inserito nei tubi. L'aulos poteva avere un'ancia semplice o doppia che, in mancanza del bocchino, poteva essere introdotta direttamente nel tubo. Per suonare l'aulos l'esecutore (auleta) indossava una fascia di cuoio, la phorbeiá, che favoriva la tenuta d'aria.
L'aulos, utilizzato nella rappresentazione delle Tragedie e all'interno dei costumi e dei riti simposiaci,comastici e funerari della Grecia antica e dell'Etruria, aveva la caratteristica di creare un forte impatto emotivo. Era utilizzato anche in guerra: sulle triremi, per ritmare la cadenza dei remi, era previsto un apposito addetto, il trièraulès, che realizzava lo scopo servendosi del suono incalzante del suo strumento.
Lo strumento è presente nelle raffigurazioni delle ceramiche greche ed è considerato una delle prime rappresentazioni iconografiche di strumento a fiato.